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Associazione Forense Nazionale Italiana

Animali maltrattati…anche dalla Cassazione. Diamo voce e forza ai più deboli e a chi non ce l’ha proprio!

Due pronunce antitetiche della Suprema Corte.  L’ultima (1.10.2019) appare concettualmente inaccettabile nel contenuto. Ma le nostre sono mere opinioni…vorremmo sentire quelle degli esseri viventi vittime…

1.(e’ il caso di quattro cardellini rinchiusi in una minuscola gabbietta che non consentiva loro neanche di aprire le ali)

Cassazione sentenza 40068, sezione Terza del 01-10-2019

(C.p. ar
t. 544 ter, 727 )

Per sevizie deve intendersi una condotta studiata e specificamente finalizzata a cagionare sofferenze ulteriori e gratuite, rispetto alla normalità causale del delitto perpetrato: ne consegue che integra il reato di abbandono e non di maltrattamento di animali la detenzione di uccelli all’interno di una gabbia di dimensioni talmente ridotte da non consentire agli animali neanche l’apertura delle ali, laddove questi ultimi non risultano sottoposti a comportamenti, fatiche o lavori insopportabili.

2. ( è il caso di alcuni cani tenuti in condizioni  e locali non adeguati )

Cassazione sentenza 52031, sezione Terza Penale del 07-12-2016

(C.p. art. 727)

Configurano il reato di maltrattamenti di animali, anche nella formulazione novellata di cui all’art. 727 c.p., non soltanto quei comportamenti che offendono il comune sentimento di pietà e mitezza verso gli animali destando ripugnanza per la loro aperta crudeltà ma anche quelle condotte che incidono sulla sensibilità dell’animale, producendo un dolore, avuto riguardo, per le specie più note al patrimonio di comune esperienza e conoscenza e, per le altre, alle acquisizioni delle scienze naturali.