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Associazione Forense Nazionale Italiana

PCT E VERITA’ DELLE DATE

 

 

Nell’ottica di una propositiva collaborazione per il miglior funzionamento del PCT, che si è mostrato un valido supporto per l’attività forense – soprattutto nel campo del processo civile – l’A.F.N.I. Le chiede di intervenire sui competenti uffici, in particolare sul DGSIA,  rilevando:

  1. la necessità che nel fascicolo telematico venga inserita una colonna ove si mostri il giorno e l’orario in cui il Cancelliere o il funzionario addetto ha realmente reso visibile lo scritto o i documenti prodotti dalla parte specialmente da quando sono stati assegnati termini ad horas dai giudici alle parti (che così mai sapranno se l’altra ha tempestivamente ad horas provveduto). Allo stato viene indicata solo la data in cui il deposito è stato effettuato anche se ciò è stato reso visibile solo giorni dopo il che comporta una errata informazione al giudice ed una erosione dei termini per la parte la quale, eventualmente, debba replicare entro un certo numero di giorni. Ma ciò comporta, talvolta, non solo che l’avvenuto deposito di una costituzione al giudice risulti avvenuta prima dell’udienza quando in realtà è avvenuta dopo la celebrazione dell’udienza e pregiudicando il diritto di difesa dell’attore ovvero, nella migliore delle ipotesi, prolungando i tempi del processo per la rimessione in termini.
  2. andrebbe impedito – oppure segnalato appositamente e tempestivamente dalla cancelleria per esempio con la dicitura ”deposito tardivo” – il deposito tardivo di note o memorie avvenuto oltre il termine assegnato dal giudice (il quale potrebbe non accorgersene). Ciò si ritorce contro la parte che lealmente ha proceduto al deposito e premia – con evidente violazione del diritto di difesa – la parte che, slealmente, deposita dopo aver preso visione della difesa avversaria. Peraltro, essendo tali termini (in particolare quelli assegnati per la trattazione cartolare dell’udienza) non perentori la parte non leale non subisce alcun pregiudizio a discapito dell’altra parte.

Forse, su tale ultimo profilo,  potrebbe essere interessante anche un approfondimento sulla rilevanza disciplinare di tale comportamento.

Basterebbe poco per “affinare” il sistema e renderlo più giusto ed efficiente…o no?

Avv. Enrico Calabrese – Presidente Nazionale AFNI